Coronavirus, ristorazione e qualche consiglio

Alessandra Disnan

Alessandra Disnan

Founder

Inizialmente confinati a un’apertura diurna – quindi a scapito di tutte le attività prettamente serali – lo sviluppo (eccessivamente negativo) di questo virus ha poi portato inesorabilmente alla chiusura totale di tutte le attività considerate “non essenziali”.

 

Il ristoratore si è quindi trovato di fronte all’impossibilità di aprire il suo ristorante, la sua trattoria o il suo bar per un tempo non definito. Non è chiaro quando e come riapriranno, ma di certo sappiamo che migliaia di attività commerciali in tutta Italia, al momento, sono chiuse. L’unica possibilità, sfruttata con astuzia e spirito di adattamento da molti, è stata la possibilità di effettuare consegne a domicilio.

 

Dalla pizzeria alla paninoteca, dalla trattoria al ristorante, molte attività imprenditoriali hanno colto la palla al balzo, trasformando la loro cucina in una efficientissima linea di produzione e la loro sala in un magazzino avanzato, pronto per il caricamento di pizze, panini, piatti pronti e precotti.

make it food comunicazione delivery

Dall’altra parte della barricata ci siamo noi, clienti più o meno praticanti, trovatisi dall’oggi al domani a riprendere in mano pentole, ricettari e tanta buona volontà. La corsa disperata all’Amuchina si è trasformata ben presto nella ricerca spasmodica del lievito di birra. Siamo diventati tutti panificatori, pizzaioli, cuochi e gourmet – Enel & Co. ringraziano – e non possiamo più fare a meno di cucinare. Chi non cucina, sfrutta, appunto, le consegne a domicilio e chi ha deciso di farlo, ricorda con desiderio e malinconia le belle cene passate al ristorante.

 

Le problematiche dovute alla chiusura dell’attività sono tante, talvolta talmente pesanti da non dormirci la notte. Ciò che comporta e comporterà questa pandemia è ancora difficile da identificare e quantificare, ma noi nel nostro piccolo vorremmo dare una mano, almeno per quanto riguarda quel fantastico (e spesso bistrattato) mondo della comunicazione. Make it Food lavora nel settore Ho.Re.Ca. ed ha a cuore la soddisfazione personale e professionale dei ristoratori che, spesso, si percepisce anche attraverso i social.

 

La domanda che ci poniamo oggi è molto semplice:

Cosa è possibile fare in questo periodo per restare in contatto con i clienti (o potenziali tali) e trovare della positività in mezzo a tanta tristezza e desolazione sui social?"

Non smettere di pubblicare

L’esercente che si trova davanti a una chiusura totalmente inaspettata e prolungata, spesso decide di mettere in stand-by la pagina aziendale. Saluta tutti con un ultimo post di arrivederci e “ciao ciao social” per un po’. Secondo noi non è la strada migliore da percorrere. I clienti, molto spesso nella stessa situazione dei ristoratori, si trovano a casa, di certo meno impegnati e oberati del solito e con e più tempo da spendere sui social. Quindi, perché non sfruttare (in senso buono) questo periodo di stop temporaneo per comunicare con i propri fan?
Social media marketing scelta social media

Prendersi del tempo per definire degli obiettivi

Quanti ristoratori, sovraccarichi di pensieri, ansie ed impegni, non trovano mai il tempo per sedersi e con calma analizzare la situazione che li circonda? Mmmh, tanti? Troppi? Forse anche tutti! Invece, il tempo da dedicare alla definizione degli obiettivi nel breve, medio e lungo termine, alla programmazione e alla progettazione delle prossime mosse può rivelarsi un ottimo modo per mettere il punto su quanto fatto finora, “tirare una linea” e ricominciare. Con criterio e con un progetto preciso in testa, anche per quanto concerne la comunicazione.

Farsi conoscere

Capita spesso che il ristoratore social dedichi la maggior parte del tempo alla promozione di contenuti commerciali che mirano alla sola vendita di un determinato bene o servizio, senza concentrarsi sulla descrizione di sé stesso e dei dipendenti che molto spesso sono il motivo del successo dell’azienda. Conoscere la storia che si cela dietro allo staff fa sentire l’utente più vicino al ristoratore. I social sono fatti anche e soprattutto di questo: umanità. Dietro ad ogni azienda non ci sono solo buoni prodotti, ottimi piatti, un incredibile vino e un servizio impeccabile. Ci sono le persone e come tali è giusto valorizzarle e, soprattutto in questo periodo in cui non possiamo vederle, farle conoscere un po’ più da vicino e un po’ più nel profondo, ci fa sentire meno soli.

Cosa c'è dietro?

Sempre facendo capo al punto precedente, dietro al ristoratore c’è una scelta importante delle materie prime, c’è studio, impegno e dedizioneDitelo! Prendetevi del tempo per approfondire un tema a voi caro, fate conoscere le peculiarità della vostra attività invogliandolo a investire del tempo per leggervi. Andate a fondo e fate conoscere al vostro interlocutore le eccellenze, coinvolgetelo nelle scelte, fatelo sentire parte integrante di un sistema il cui ultimo fruitore è proprio lui!

Farsi vedere

Avete un bar? Fate dei brevi tutorial su come preparare un ottimo snack per l’aperitivo. Per un ristorante? Create una video ricetta con uno dei vostri piatti più amati dai vostri clienti. Siete una gelateria? Fate vedere ai vostri fan come preparare a casa, e facilmente, un ottimo gelato. Mostratevi, insegnate con leggerezza i trucchi del mestiere e, anche in questo caso, metteteci la faccia. I vostri fan lo apprezzeranno!

Divertire

Questa parola in questo determinato periodo storico ci suona sbagliata, egoistica, fuori luogo. È proprio in questo periodo che dobbiamo cercare – con il massimo rispetto per tutte le vittime di questa pandemia – di donare un po’ di leggerezza ai lettori. Coinvolgeteli in qualche quiz, fategli qualche domanda, testate la loro conoscenza in un determinato settore, magari mettendo in palio un caffè (rigorosamente virtuale!). Create leggerezza senza essere superficiali e riempite le giornate di positività per voi e per chi vi sta attorno!

 

È vero, questo virus ci ha cambiato la vita, ci ha tolto da sotto i piedi le nostre abitudini, facendoci scontrare, volenti o nolenti, con noi stessi, i nostri tempi e i nostri spazi. Questo virus ci cambierà, ma siamo certi che lo farà in meglio. Questa pandemia ci sta facendo ritrovare il tempo perduto, il tempo mai avuto o mai valorizzato. Prendiamocelo tutto e quando ripartiremo – carichi e pieni di voglia di abbracciarci – pensiamo a questi momenti di calma e riflessione e non riduciamoli solo ad un semplice e triste ricordo.

Inizialmente confinati a un’apertura diurna – quindi a scapito di tutte le attività prettamente serali – lo sviluppo (eccessivamente negativo) di questo virus ha poi portato inesorabilmente alla chiusura totale di tutte le attività considerate “non essenziali”. Il ristoratore si è quindi trovato di fronte all’impossibilità di aprire il suo ristorante, la sua trattoria o il suo bar per un tempo non definito. Non è chiaro quando e come riapriranno, ma di certo sappiamo che migliaia di attività commerciali in tutta Italia, al momento, sono chiuse. L’unica possibilità, sfruttata con astuzia e spirito di adattamento da molti, è stata la possibilità di effettuare consegne a domicilio. Dalla pizzeria alla paninoteca, dalla trattoria al ristorante, molte attività imprenditoriali hanno colto la palla al balzo, trasformando la loro cucina in una efficientissima linea di produzione e la loro sala in un magazzino avanzato, pronto per il caricamento di pizze, panini, piatti pronti e precotti.

Dall’altra parte della barricata ci siamo noi, clienti più o meno praticanti, trovatisi dall’oggi al domani a riprendere in mano pentole, ricettari e tanta buona volontà. La corsa disperata all’Amuchina si è trasformata ben presto nella ricerca spasmodica del lievito di birra. Siamo diventati tutti panificatori, pizzaioli, cuochi e gourmet – Enel & Co. ringraziano – e non possiamo più fare a meno di cucinare. Chi non cucina sfrutta, appunto, le consegne a domicilio e chi ha deciso di farlo, ricorda con desiderio e malinconia le belle cene passate al ristorante.

Le problematiche dovute alla chiusura dell’attività sono tante, talvolta talmente pesanti da non dormirci la notte. Ciò che comporta e comporterà questa pandemia è ancora difficile da identificare e quantificare, ma noi nel nostro piccolo vorremmo dare una mano, almeno per quanto riguarda quel fantastico (e spesso bistrattato) mondo della comunicazione. Make it Food lavora nel settore Ho.Re.Ca. ed ha a cuore la soddisfazione personale e professionale dei ristoratori che, spesso, si percepisce anche attraverso i social. La domanda che ci poniamo oggi è molto semplice:

“Cosa è possibile fare in questo periodo per restare in contatto con i clienti (o potenziali tali) e trovare della positività in mezzo a tanta tristezza e desolazione sui social?”

 

  • Non smettere di pubblicare

L’esercente che si trova davanti a una chiusura totalmente inaspettata e prolungata, spesso, decide di mettere in stand-by la pagina aziendale. Saluta tutti con un ultimo post di arrivederci e “ciao ciao social” per un po’. Secondo noi non è la strada migliore da percorrere. I clienti, molto spesso nella stessa situazione dei ristoratori, si trovano a casa, di certo meno impegnati e oberati del solito e con e più tempo da spendere sui social. Quindi, perché non sfruttare (in senso buono) questo periodo di stop temporaneo per comunicare con i propri fan?

  • Prendersi del tempo per definire degli obiettivi

Quanti ristoratori, sovraccarichi di pensieri, ansie ed impegni, non trovano mai il tempo per sedersi e con calma analizzare la situazione che li circonda? Mmmh, tanti? Troppi? Forse anche tutti! Invece, il tempo da dedicare alla definizione degli obiettivi nel breve, medio e lungo termine, alla programmazione e alla progettazione delle prossime mosse può rivelarsi un ottimo modo per mettere il punto su quanto fatto finora, “tirare una linea” e ricominciare. Con criterio e con un progetto preciso in testa, anche per quanto concerne la comunicazione.

  • Farsi conoscere

Capita spesso che il ristoratore social dedichi la maggior parte del tempo alla promozione di contenuti commerciali che mirano alla sola vendita di un determinato bene o servizio, senza concentrarsi sulla descrizione di sé stesso e dei dipendenti che molto spesso sono il motivo del successo dell’azienda. Conoscere la storia che si cela dietro allo staff fa sentire l’utente più vicino al ristoratore. I social sono fatti anche e soprattutto di questo: umanità. Dietro ad ogni azienda non ci sono solo buoni prodotti, ottimi piatti, un incredibile vino e un servizio impeccabile. Ci sono le persone e come tali è giusto valorizzarle e, soprattutto in questo periodo in cui non possiamo vederle, farle conoscere un po’ più da vicino e un po’ più nel profondo, ci fa sentire meno soli.

  • Cosa c’è dietro?

Sempre facendo capo al punto precedente, dietro al ristoratore c’è una scelta importante delle materie prime, c’è studio, impegno e dedizione. Ditelo! Prendetevi del tempo per approfondire un tema a voi caro, fate conoscere le peculiarità della vostra attività invogliandolo a investire del tempo per leggervi. Andate a fondo e fate conoscere al vostro interlocutore le eccellenze, coinvolgetelo nelle scelte, fatelo sentire parte integrante di un sistema il cui ultimo fruitore è proprio lui!

  • Farsi vedere

Avete un bar? Fate dei brevi tutorial su come preparare un ottimo snack per l’aperitivo. Per un ristorante? Create una video ricetta con uno dei vostri piatti più amati dai vostri clienti. Siete una gelateria? Fate vedere ai vostri fan come preparare a casa, e facilmente, un ottimo gelato. Mostratevi, insegnate con leggerezza i trucchi del mestiere e, anche in questo caso, metteteci la faccia. I vostri fan lo apprezzeranno!

  • Divertire 

Questa parola in questo determinato periodo storico ci suona sbagliata, egoistica, fuori luogo. È proprio in questo periodo che dobbiamo cercare – con il massimo rispetto per tutte le vittime di questa pandemia – di donare un po’ di leggerezza ai lettori. Coinvolgeteli in qualche quiz, fategli qualche domanda, testate la loro conoscenza in un determinato settore, magari mettendo in palio un caffè (rigorosamente virtuale!). Create leggerezza senza essere superficiali e riempite le giornate di positività per voi e per chi vi sta attorno!

 

È vero, questo virus ci ha cambiato la vita, ci ha tolto da sotto i piedi le nostre abitudini, facendoci scontrare, volenti o nolenti, con noi stessi, i nostri tempi e i nostri spazi. Questo virus ci cambierà, ma siamo certi che lo farà in meglio. Questa pandemia ci sta facendo ritrovare il tempo perduto, il tempo mai avuto o mai valorizzato. Prendiamocelo tutto e quando ripartiremo – carichi e pieni di voglia di abbracciarci – pensiamo a questi momenti di calma e riflessione e non riduciamoli solo ad un semplice e triste ricordo.

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