Accordo Airbnb-Slow Food: un’ottima notizia per il Turismo Esperienziale

Alessandra Disnan

Alessandra Disnan

Founder

È stato siglato ufficialmente il protocollo d’intesa tra il portale Airbnb – il portale online per i mini-affitti di case e appartamenti – e Slow Food, l’associazione del (cibo) buono, pulito, giusto fondata nel 1986 da Carlo Petrini. Grazie a questo accordo, nella sezione “Esperienze” di Airbnb, sarà possibile consultare la categoria “Slow Food Experience”. Le cosiddette “esperienze” sono il valore aggiunto delle prenotazioni tramite Airbnb. Cogliendo un bisogno latente dei turisti, qualche anno fa, il colosso mondiale del settore hospitality-online (giro d’affari di 42 miliardi, 13.000 dipendenti) ha introdotto le “esperienze”, con i cosiddetti “host” (coloro che ospitano i turisti nelle proprie case o abitazioni) che diventano delle vere e proprie guide e promotori del territorio, spesso in collaborazione con piccole attività locali. Ad esempio, nelle Langhe va molto forte l’esperienza legata alla ricerca del tartufo, mentre in Toscana la visita alle cantine in bici (anche e-bike) è ormai un must da qualche anno.

Attraverso l’accordo Airbnb-Slow Food, quindi, gli attivisti Slow Food, gli agricoltori, i casari, i pastori, i macellai, i panettieri, i viticoltori e gli chef di tutto il mondo possono condividere la loro passione per il cibo  e fornire ai partecipanti una migliore comprensione della storia, delle persone e della cultura dei luoghi che visitano. Slow Food lavora con Airbnb per far entrare in contatto i viaggiatori con una buona causa, visto che tutti i proventi sono destinati a Slow Food per sostenere le sue attività. Ciò significa che le persone partecipanti alle esperienze sostengono Slow Food e la sua rete.

Sul portale (clicca qui), sono già state inserite oltre 45 esperienze in 4 continenti.

Per l’Italia vi sono già alcune interessanti proposte di Turismo Esperienziale by Slow Food. A Napoli, Antonio Puzzi, esperto di antropologia alimentare, racconta la vera e autentica realtà del cibo di strada napoletano. Gli ospiti visitano lo storico mercato di Pignasecca dove possono acquistare prodotti tradizionalmente utilizzati nella preparazione della pizza e degustare cibo di strada nel centro storico partenopeo. Il gruppo visita una pizzeria napoletana e lì impara i segreti e le tecniche dell’impasto, interagendo con un vero maestro pizzaiolo.

Insomma, una partnership molto forte che presenta diversi elementi positivi: la maggior visibilità per Slow Food; le maggiori opportunità per i piccoli produttori; la possibilità per i turisti di vivere delle esperienze “certificate” Slow Food; un modo buono pulito giusto di promuovere il territorio attraverso il settore agroalimentare.

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